Scaduto, dal 1 gennaio scorso, lo sconto sulle accise dei costi del carburante, gli autotrasportatori tornano a vivere una situazione insostenibile. La denuncia arriva da CNA Fita Grosseto, che sottolinea come “…dal primo gennaio abbiamo assistito a un aumento del costo alla pompa di 18-20 centesimi per litro. Già da molto tempo il gasolio costa più della benzina verde – spiega Gianfranco del Poeta, presidente di CNA Fita Grosseto – ed entrambi i carburanti hanno ripreso la corsa verso la soglia dei due euro per litro. Come se non bastasse, registriamo forti differenze tra i prezzi del capoluogo e quelli del resto della provincia”.

CNA Fita Grosseto, quindi, mette in evidenza come, in alcune zone della provincia, il costo dei carburanti è maggiorato di 12 – 13 centesimi al litro, rispetto a quello registrato a Grosseto. “Se può essere comprensibile – aggiunge Del Poeta – un lieve aumento in montagna, per le note difficoltà nella distribuzione, questo non è giustificabile nelle zone costiere, in particolare a Follonica e Orbetello, dove la cifra richiesta continua ad aumentare. Dai riscontri che abbiamo, emerge chiaramente che nei luoghi dove sono presenti le pompe bianche i prezzi medi sono inferiori di circa 10 centesimi al litro e questa è l’unica vera forma di concorrenza alle grandi compagnie”.

“Abbiamo il sospetto che in molti casi gli aumenti e i livelli dei costi più elevati derivino esclusivamente da azioni speculative – aggiunge Del Poeta – che nulla hanno a che fare con l’andamento del mercato. Chiediamo al Ministero dello Sviluppo Economico un monitoraggio costante per evitare nuovi aumenti ingiustificati, che mettono a serio rischio la vita delle imprese del settore.”

L’aumento del costo del gasolio penalizza pesantemente le aziende di trasporto che sono da sempre utilizzate come ammortizzatore sociale per comprimere i costi dei prodotti finali. Le aziende non riescono a ribaltare questi aumenti sulla committenza, rischiando di lavorare in perdita pur di non rinunciare alle commesse acquisite.

“Abbiamo lottato – aggiunge Del Poeta – per ripristinare la procedure di recupero delle accise per chi ha mezzi Euro 5 o superiori, ma nel nostro Paese il 60% dei veicoli circolanti è di categoria Euro 4 o inferiore e a questi mezzi, quindi, non spetterà nessun beneficio”.
E a rendere ancora più complicato far quadrare i bilanci delle ditte di autotrasporto, anche i rincari registrati per i pedaggi autostradali e dell’ADBlue: “Una situazione che rischia di mettere in ginocchio la categoria – conclude Del Poeta – e che deve essere affrontata subito, prima di danneggiare un settore strategico della nostra economia”.

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