La riforma del titolo V, promossa nel 2001, ha generato un quadro normativo e amministrativo complicato per il settore dell’artigianato e delle Pmi.

“Con il decentramento promosso dalla riforma – spiega il presidente di CNA Grosseto Riccardo Breda – la condizione delle imprese si è complicata, generando spesso la mancanza di standard uniformi, generando nuova burocrazia e un ampliamento della frammentazione che di certo non è a vantaggio né dei consumatori né tantomeno delle imprese”.

Una situazione particolarmente complessa, dunque, messa in evidenza anche dall’indagine dell’Osservatorio burocrazia di CNA e relativa all’impatto della riforma del titolo V su otto mestieri: alimentare con consumo sul posto, l’installazione e la manutenzione degli impianti fotovoltaici, i tatuaggi, i piercing, l’acconciatura, l’estetica, la meccatronica e la toelettatura di animali, per un totale di 400 mila imprese. “Si potrebbero citare molti esempi – continua Breda – come l’impiantista che lavora in più regioni e che è costretto a destreggiarsi nel girone infernale del catasto degli impianti termici, perché ogni regione ha sviluppato una propria piattaforma con modalità di accesso e procedure specifiche. Alcune regioni, inoltre, dispongono di più catasti, fino a sette, che non dialogano tra loro. Senza ombra di dubbio il settore della formazione professionale è uno degli ambiti più critici. Basti pensare che per quanto riguarda l’acconciatura o l’estetica la durata dei percorsi di formazione non solo varia dai 3 ai 5 anni, ma differisce pure nelle ore annuali, con un ventaglio che va da 198 a 1394 ore”.

Le difficoltà non hanno risparmiato neanche l’ambito della meccatronica che ha accorpato meccanici auto ed elettrauto. “Le imprese iscritte a una sola attività – aggiunge il direttore di CNA Grosseto Anna Rita Bramerini – devono ottenere l’abilitazione mancante tramite un corso regionale, ma la comunicazione della qualifica ottenuta non basta nella stragrande maggioranza dei comuni italiani che, spesso, richiedono infatti una Scia, come se si trattasse di una nuova attività”.

È evidente dunque il bisogno di rafforzare la collaborazione tra i vari livelli istituzionali, per questo CNA sollecita un confronto permanente sui mestieri artigiani, per semplificare e razionalizzare il quadro normativo e regolamentare. “L’obiettivo – conclude il presidente Breda – è quello di aggiornare e riordinare le leggi di settore, a partire dal coordinamento dei percorsi formativi. Il decentramento amministrativo e l’autonomia territoriale non sono di per sé positivi o negativi in senso assoluto. Sono utili se semplificano la vita a cittadini e imprese, valorizzando le specificità dei territori, sono dannosi se producono complicazioni e nuova burocrazia inutile. Per questo la nostra associazione, a livello nazionale, ha chiesto al Ministro della pubblica amministrazione, Zangrillo e al Presidente della conferenza Stato- Regioni, Fedriga, di inserire tra le priorità un confronto costante con il sistema della piccola e media impresa, per condividere una significativa attività di semplificazione del quadro normativo”.

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