Una sorta di passpartout paneuropeo, contenente informazioni sulla vaccinazione da Covid-19, sui risultati dei test effettuati o sulla guarigione di chi ne è legittimamente in possesso. E’ questo il Green pass, una certificazione con specifiche istruzioni e limitazioni aggiuntive, che si prefigura l’estensione di tale possibilità anche a Paesi terzi.
In pratica le certificazioni verdi Covid-19:
- consentono gli spostamenti in Europa. Impediscono, per converso, nei confronti del titolare, la sottoposizione ad ulteriori test per l’infezione da SARS-CoV-2 in relazione ai viaggi, così come l’applicazione di misure restrittive quali l’autoisolamento o la quarantena (salva l’ipotesi di un rapido e preoccupante peggioramento del quadro dei contagi del Paese di provenienza in connessione allo sviluppo di una c.d. variante);
- consentono gli spostamenti su tutto territorio nazionale, compreso lo spostamento in entrata e in uscita da territori eventualmente classificati in “zona rossa” o “zona arancione”;
- abilitano alla partecipazione ad eventi pubblici (es. fiere, concerti, gare sportive, feste in occasione di cerimonie religiose o civili);
- autorizzano ad accedere nelle residenze sanitarie assistenziali (RSA) per visite ai propri cari ivi ricoverati.
Le regole europee in tema di green pass (già vigenti) entreranno in vigore dal primo luglio 2021. Sarà poi disposto un vero e proprio EU digital covid certificate, in modo da rendere più semplice viaggiare da e per tutti i Paesi dell’Unione Europea. Ciò non toglie che i certificati verdi Covid-19 rilasciati dal singolo Stato membro prima di tale momento (è anche il caso dell’Italia) siano comunque accettati dagli altri Paesi, almeno fino al 12 agosto 2021. Tutto questo purché, beninteso, risultino improntati alle indicazioni e ai precetti di seguito riportati.
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