Con la Gazzetta Ufficiale del 16 giugno 2017, è stato pubblicato il DPCM n. 88/2017 di disciplina dell’Anticipo pensionistico, noto come “APE Sociale”.
Si tratta di una delle più attese novità introdotte con la Legge di Bilancio per l’anno 2017 (l. 232/2016, art. 1 co. 179 e ss.), con la quale si rende più flessibile l’uscita dal mondo del lavoro, temperando così gli effetti della riforma pensionistica varata nel dicembre 2011 dal Governo Monti attraverso il cosiddetto Decreto “Salva Italia”. Questo provvedimento, adottato a seguito del rapidissimo deterioramento degli indicatori economici del Paese, ha previsto un forte innalzamento dell’età pensionistica non considerando che le caratteristiche del nostro sistema economico produttivo italiano non erano e non sono tali da garantire una appropriata
permanenza in azienda per tutte le tipologie di lavoratori.
L’APE Sociale può rappresentare una soluzione, garantendo un “reddito ponte”, che coprirà tutti i costi dell’anticipo pensionistico, per alcune categorie di lavoratori disagiati.
Possono conseguire l’APE sociale i lavoratori che hanno cessato l’attività lavorativa; non sono titolari di un trattamento pensionistico diretto; hanno compiuto almeno 63 anni di età e si trovano in almeno una delle seguenti condizioni:
a) sono in possesso di un’anzianità contributiva di almeno 30 anni e sono in stato di disoccupazione a causa di un licenziamento (anche collettivo), di dimissioni per giusta causa o di risoluzione consensuale ed hanno concluso da almeno tre mesi di godere della
prestazione per la disoccupazione;
b) sono in possesso di un’anzianità contributiva di almeno 30 anni e assistono da almeno sei mesi (rispetto al momento della domanda) il coniuge, la persona in unione civile o un parente di primo grado, convivente, con handicap in situazione di gravità;
c) sono in possesso di un’anzianità contributiva di almeno 30 anni e sono riconosciuti invalidi civili di grado almeno pari al 74%;
d) sono lavoratori dipendenti in possesso di un’anzianità contributiva di almeno 36 anni, che, alla data della domanda di accesso all’APE sociale, svolgono da almeno sei anni, in via continuativa, una o più delle attività ritenute gravose (come elencate nell’allegato A al decreto).
Il patronato Epasa – Itaco di CNA Grosseto è disponibile per ogni informazioni a riguardo.
Per info: 0564 4711